TUTTOPALERMO.NET - Ex Palermo, Ignoffo: "Serie A? Penso che potrà essere la stagione giusta. Nazionale? Tante le motivazioni. Serie A? Attenzione al Napoli"
L'ex difensore Giovanni Battista Ignoffo, che ha vestito la maglia del Palermo nella stagione 1995/1996 e dal '97 al 2000 dove ha collezionato 38 presenze, attuale tecnico del Ragusa, è stato intervistato in esclusiva per TuttoPalermo.net, dove ha parlato di diversi argomenti.
Qual è il tuo pensiero sul Palermo? Non può più sbagliare?
"Nel calcio uno prova a fare il proprio percorso, spesso uno prova a vincere ma ci sono altri che dimostrano più di te o gli vanno le cose meglio rispetto a te e si perde l'obiettivo prefissato. Ci sono troppe variabili nel mondo del calcio".
Il Palermo può puntare alla promozione diretta?
"Io penso sempre che la Serie B è un campionato difficilissimo. Le squadre che vogliono andare in A sono tante. Ci sono tante combinazioni che spero possano portare il Palermo in Serie A. Ci sono squadre che magari non partono da favorite e pi vengono fuori. Il tifoso deve tenere in mente che la squadra ha alle spalle una grande società e l'obiettivo verrà primo o poi raggiunto. Penso che sia questione di tempo e penso che la nuova stagione potrà essere quella giusta".
Cosa pensi del nuovo allenatore Alessio Dionisi?
"E' un allenatore diverso rispetto a Eugenio Corini. E' un tecnico in auge, ha dimostrato che con un percorso lineare ha raggiunto la Serie A. Per poi potermi esprimere bisogna vedere come sarà il suo percorso a Palermo".
Che differenza c'è tra essere allenatore ed essere calciatore?
"Cambia un mondo, la visione è diversa completamente. Da allenatore si deve mettere sempre avanti il bene del gruppo. Spesso da giocatore se non giochi ci resti male e non valuti magari bene il perché. Un allenatore moderno lavora sempre. C'è un lavoro di valutazione sotto diversi aspetti. Il giocatore oltre le ore di allenamento pensa a stare bene fisicamente ed a gestire la propria vita familiare. Un allenatore non ha mai uno stacco. Ci sono dati e valutazione, il GPS ci dà la possibilità di capire se quell'allenatore può andare bene e o meno. Si lavora davvero tanto, per uno come me che vuole sempre migliorare e non lasciare nulla al caso. Nelle serie minori rispetto alla A ed alla B hai meno persone nel proprio staff e si deve lavorare di più. Però è un mondo che mi piace ed io metto sempre il massimo essendo molto meticoloso".
Quali sono gli obiettivi del Ragusa e quelli tuoi personali?
"Se sono rimasto a Ragusa è perché la società ha alzato l'asticella. Lo scorso anno abbiamo vinto il premio come seconda migliore società che fa giocare i giovani. Ora mi aspetto di avere una rosa ancora più competitiva rispetto a quella avuta nella scorsa stagione e puntare a qualcosa si importante. Imporante è fare bene sempre, ma migliore è ancora meglio".
Il tuo pensiero dell'Italia delusione ad Euro 2024...
"Siamo tutti delusi, però c'è un discorso molto ampio che non basterebbero neanche due ore. Sono errori generali di programmazione ed organizzazione dei nostri capi. Anche i lavori dei settori giovanili, dove ci sono alcune leggi che non aiutano. Abbiamo pochissimi attaccanti ed oggi pochissimi difensori, quando eravamo i migliori. Urge una rifondazione generale del calcio generale. Ovviamente bisogna avere anche maggiore coraggio nel fare giocare i giovani. Non abbiamo però tanti giocatori che hanno qualità, ma perché non li facciamo crescere nella maniera giusta. Servono delle regole partendo dal settore giovanile. Occorrono giocatori formati fisicamente, tecnicamente e mentalmente. Io punterei più su uno forte mentalmente, perché il lavoro mi porta ad un miglioramento di un aspetto tecnico, se non c'è diventa complicato fare crescere i giovani".
In Serie A chi potrà lottare per lo scudetto?
"Inter, Juventus, Milan e Napoli. Il Napoli di Conte farà sicuramente bene, qualche altra squadra potrà venire fuori; il Bologna non lo vedo da lotta scudetto, ma proverà a fare bene con Italiano per dare continuità".